viernes, 28 de noviembre de 2008

FOCACCE

Per un aperitivo, uno stuzzichino, o semplicemente come benvenuto, vi offriamo, una serie di focacce, dai vari sapori.
La focaccia é un po come un pane, o meglio il connubio tra un pane ed una pizza, di forma schiacciata, e farcita a piacimento.
Le nostre focacce, sono ottenute con lievito madre, 24 ore di lievitazione, nel corso delle quali l'impasto viene impastato più volte.
Di seguito alcuni dei differenti tipi di focacce proposte, che possono essere servite in piattini come nelle foto per permettere di degustarne diverse.
Le principali, sono
focaccia naturale solo con olio extravergine di oliva e origano
focaccia ai pomodori e origano
focaccia ai peperoni grigliati
focaccia alla cipolla ocanera
focaccia alle olive





sábado, 22 de noviembre de 2008

Storia dei grissini

Il grissino trae le sue origini nella storia Piemontese. Correva l’anno 1666 quando a Torino nacque il duca Vittorio Amedeo II di Savoia, fin dai primi anni di vita la sua salute si dimostro’ delicata rendendolo gracile e malaticcio, la storia ci racconta che nel 1668 la sua vita era considerata a tal punto in pericolo da esporre in Torino la Sacra Sindone, al fine di invocare un aiuto divino, per la sua garigione.
Correva l’anno 1675 il giovane duca aveva nove anni, nuovamente si ammalo’ gravemente, il padre era morto da poco, cosi la madre Maria Giovanna Battista di Nemours, incarico’ il medico di corte, Don Baldo Pecchio di Lanzo Torinese, di trovare una cura per il giovane duca.
Si racconta che in gioventu’ il medico avesse sofferto di disturbi simili a quelli del duca, ovvero difficoltà digestive, provocate da intossicazione alimentare, molto probabilmente causate dal tipo di alimentazione dell’epoca, ove i cibi erano lavorati con scarso rispetto dell’igiene.
Il medico si ricordo’ quindi del rimedio utilizzato da sua madre per guarirlo che consisteva nel cibarlo con pane ben lievitato privo di mollica e croccante.
Il medico si rivolse quindi al panettiere di casa Savoia, tale Antonio Brunero di Lanzo, il quale preparava il tipico pane dell’epoca, chiamato “Ghersa” di forma allungata.
Separaraono quindi dall’impasto delle striscioline, da allungare con il movimento delle mani, di modo da ottenere dei bastoncini.
Una volta cotte ottennero cosi dei bastoncini di pane ben cotti con assenza totale di acqua, nulla di mollica e ben croccanti.
Il duca venne cosi alimentato con questo nuovo pane, il suo fisico si ristabili e Vittorio Amedeo II divenne primo Re Sabaudo nel 1713.
Ancora oggi si dice che il suo fatasma vaghi per le stanze del castello, conducendo con una mano il cavallo e brandendo nell’altra un grissino.
Il grissino divenne il pane preferito in casa Savoia e da li venne conosciuto ed apprezzato dai regali palati dell’epoca.
Caro Felice di Savoia si dice apprezzasse di piu la musica quando nel teatro Regio di Torino sgranocchiava dei grissini.
La principessa Felicita si fece ritrarre con un grissino in mano.
Napoleone si entusiasmo’ a tal punto di quelli che lui chiamava “le petits batons de Turin”, da istituire un servizio postale che da Torino ogni giorno gli facesse pervenire i prelibati grissini.
Il popolo non fu da meno nel farsi contagiare dal gusto dei grissini, a tal punto che in poco tempo essi divenirono alimento comune.

miércoles, 19 de noviembre de 2008

Pane, grissini e focacce



La farina utilizzata per realizare la pasta, il pane i grissini, viene da Cartagena, tutti i prodotti lievitati, sono ottenuti con lievito naturale.
Il lievito naturale o lievito madre é un elemento lievitante ottenuto econdo procedimenti naturali, sfruttando i naturali elementi lievitanti presenti nelle farine, esso viene curato regolarmente si dice "rinfrescato", ovvero viene aggiunta farina ed acqua ogni giorno, di modo da tenerlo attivo, il lievito madre é perenne in quanto si asporta quanto serve per l'impasto é si aggiunge farina ed acqua a riportarlo al peso originale.

domingo, 16 de noviembre de 2008

sábado, 15 de noviembre de 2008

le castagne

Le castagne sono uno dei simboli dell'autunno, questi alberi maestosi che dominano i boschi Piemontesi, e in autunno ci regalano questi frutti, cosi strani protetti dal loro riccio da farci necessitare un bastone per aprirli, i piu organizzati andranno a fare castagne con un rastrellino in legno con una punta di modo da poterle raccogliere e con la punta aprire i ricci.
Ma quanto sono buone le castagne e quante ricette con e castagne.
Quanti ricordi attorno ad un fuoco la sera, la padella con i buchi rigorosamente fatti con un punzone perché deve rimanere la sbavatura di ferro in basso per impedire alla fiamma di bruciare le castagne, da evitare assolutamente le padelle industriali bucate con il trapano, vi bruceranno tutte le castagne, un pintone di vino e tante belle parole.
Prima si tagliavano le castagne di modo che non scoppiassero, poi le si metteva nella padella e via sul fuoco, un bicchiere di vino due chiacchiere, una spruzata di vino alle castagne ed un altra ai cuochi, la ricetta originale prevede che le castagne sono cotte quando il pintone di vino é vuoto.
Ma non solo le "brusata", si possono far seccare, si puo fare la farina e con quest'ultima le torte la pasta, si possono fare bollite, i marron glacée e tanto tanto altro.
Autunno castagne e funghi

miércoles, 12 de noviembre de 2008

TARTUFO BIANCO D' ALBA




Nelle langhe, vino, nocciole e tartufo.


Il tartufo questo tubero, detto "trifula" da notare che nel Pinerolese, "trifula" significa patata, un tubero speciale, che cresce nei noccioleti delle langhe, che per trovarlo da lavoro ai trifulau acompagnati dal loro cane, crescendo sotto terra il trifulau senza il suo cane non sarebbe capace di trovarlo.
Prodotto naturale ed un tempo di scarso valore economico, oggi é diventato un prodotto molto ricercato e carissimo.


MAIALI


Del maiale non si butta niente, tutto serve del maiale.
Il maiale nella cucina piemontese ha sempre avuto un ruolo importante, forse non tanto come carne fresca, in quanto originariamente il maiale veniva allevato annualmente ed ucciso nel periodo natalizio, periodo freddo dove era piu facile lavorare le carni e conservarle.
Dal maiale si fanno prosciutti, salami, salsiccie, lardo, pancetta, prncipalmente prodotti che possono essere conservati a lungo.
Uno dei ricordi del maiale sono i "salam n'tla grasa" i salami una volta fatti venivano messi dentro un bidone pieno di grasso sciolto di maiale, in questo modo si conservavano piu a lungo di un salame appeso in cantina che tende ad asciugarsi e dopo qualche mese diventa duro, rimanevano freschi anche per un anno in quanto il grasso impedisce il passaggio dell'aria.

vacca piemontese


Il Piemonte é anche montagne e su queste montagne pascolano le vacche, ma la vacca Piemontese, com'é?
Una vacca di media grandezza che ci regala dell'ottimo latte da cui ne derivano una grande varietà di formaggi ed una carne di grande qualità, magra molto gustosa.

crem caramel


capesante


martes, 11 de noviembre de 2008

Tajarin con carciofi e pomodorini, olio al basilico


Batalla dell'Assietta


La bataja ëd l'Assieta, a l'é stàita combatùa ai 19 ëd luj dël 1747, e a l'é stàita n'episòdi significativ ant la guèra ëd sucession austrìaca, conflit che a l'ha bolversà l'Euròpa ant la metà del Setsent.Costa bataja a l'é a l'adoss ëd lë stranòm bogianen ch'a l'han ij Piemontèis e ch'a vorìa significhé che ij Piemontèis a tramblo nen dnans ai nemis.
[modìfica] Ij precedent
La Fransa a l'avìa pijà la decision ëd dëstrùe l'armada piemontèisa, giudicà fòrta e motobin organisà. Luis XV però a l'avìa già sërcà d'intré an Piemont an vàire ocasion an butand l'assedi a Coni e ant d'àutre ocasion ma a l'era sempre stàit batù. Donca dël 1747 Luis XV a l'ha ordinà ai sò generaj Louis Charles Armand Fouquet de Belle-Isle e ël marchèis ëd Las Minas ëd risòlve ël "problema piemontèis".Ij doi generaj a l'avìo doe ideje diferente dzora la mej solussion: da na banda a-i era Belle-Isle che a vorìa passé da j'Alp për mnassé Turin; da l'àutra Las Minas a pensava che a l'era mej assedié Génoa.
Ant un prim moment ij Fransèis a l'han sërcà 'd rivé an Piemont an passand da le montagne (coma sugerì da Las Minas) ch'a-i son tra 'l Piemont e la Liguria ma ij Piemontèis a son riussì a feje nen passé e, an pì, a l'han blocà l'assedi 'd Nissa e donca ij Fransèis a l'han adotà la strategìa dël Belle-Isle. 50 batajon ëd fanterìa, 15 ëd cavalarìa e vàire canon a l'han armontà le valade alpin-e. L'armada a l'é dividusse an doe part: un-a a dovìa passé dal Monsnis për peuj calé a Isìles e l'àutra a l'avìa da passé për ël Còl ëd l'Assieta për peuj rivé a Fenestrele.
[modìfica] Ël leu
L'Assieta a l'é un còl che as treuva a 2.500 méter tra la Valsusa e la Val Chison: avèj ël contròl ëd cost còl a veul dì podej anterven-e an manera ràpida ant na valada o ant l'àutra. An pensand che ij Fransèis a l'avrìo sërcà 'd passé da sì, Carl Emanuel III a l'ha ordinà 'd fortifichelo con ëd trincere e ëd butelo sota'l contròl ëd 13 batajon ëd fanterìa. Bele-là ansema ai Piemontèis a-i ero ëd soldà svìsser pì d'autrì alià e ëdcò dle formassion organisà ëd combatent valdèis, amportant për soa conossensa dël teritòri e përchè a sërcavo ëd ten-e lontan da la bataja un gran nùmer ëd soldà fransèis.Le spie fransèise a l'han avisà ij generaj che ij Piemontèis a j'ero preparasse an fortificand ël còl e për lòn a l'han decidù 'd taché sùbit an sperand ëd rive an pressa a Isìles për assedielo.
La bataja
Ij Fransèis a l'avìo 32 batajon contra ij 13 dij Piemontèis. La colòna 'd drita, guidà dal marëssal ëd Villemur, con 14 batajon a dovìa taché 'l Gran Serin antramentre che la colòna dë snistra dël general Mailly, con 9 batajon, a dovìa taché le trincere 'd Riobacon e dla pian-a dël còl; cola sentral, guidà da l'Arnault, con 8 batajon separà an doe colòne pì cite, a dovìa taché la testa ëd l'Assieta.A quatr ore e mesa dël dòp mesdì, Belle-Isle a l'ha dàit l'órdin e l'atach a l'é ancaminà con fòrsa an tuti ij setor. Ma pròpi davzin a la testa ëd l'Assieta a l'era stàit preparà un trabucèt studià dai bielèis ëd la Val d'Andorn, convocà da un sòcio 'dcò chiel bielèis che a travajava ant ël Genio. A l'era n'ambossor dzormontà da doe muraje për minca part, fàite da pere e da 'd trav ëd bòsch che a servìo a fé casché për doe vire dzora ij Fransèis na smota 'd pere che a dovìo 'dcò sërché d'evité le fusilià dij Piemontèis.
A cola mira ij Fransèis a l'han sërcà 'd durvisse 'n përtus ant le masere ëd l'Assieta: an sërcand ëd tacheje a son stàit ferì e batù. Ëdcò al Gran Serin tut a andasìa mal për j'invasor. Ij generaj fransèis a l'han avù 'n gran coragi an combatend dnans ai sò òmo, ma lòn a l'é nen servì a evité la dërota. Belle-Isle, da già che ij sò tropié a podìo nen vagné la resistensa dij Piemontèis, a l'ha pijà ël drapò da le man d'un soldà e a l'é slansasse anvers le masere an sperand, con sò esempi, ëd dé coragi ai sò: costa assion a l'é stàita fatal për chiel. A l'é stàit ferì da un colp ëd baionëtta da un tropié piemontèis e peuj massà da na balòtola.

Placa butà an sël Còl ëd l'Assieta për arcordé ël sacrifissi dël Belle-Isle
La mòrt dël comandant a l'ha nen fermà ij Fransèis: ël comandant piemontèis, ël Cont ëd Bricheras, a l'ha decidù 'd mandé 7 batajon al Gran Serin përchè a pensava 'd nen podej ten-e ancora l'Assieta. A l'ha ciamà al Cont ëd San Sebastian, che a comandava la part pì avansà dla difèisa piemontèisa, d'artiresse da soa posission e d'andé con ij sò tropié al Gran Serin. Tuti a conòsso cola che, conforma la legenda, a l'é stàita la rispòsta dël Cont ëd San Sebastian: "Noi da sì i bogioma nen!".Cola rispòsta e cola resistensa disperà a l'han portà ij Piemontèis a la vitòria dòp che për sinch ore ij Fransèis a l'han sërcà d'ocupé le masere sensa boneur.
Ël di dòp a l'é fasse la conta dj mòrt: 5.000 mòrt fransèis e mach 77 piemontèis.
N'agn dòp con la pas d'Aquisgran-a ël Piemont a l'ha avù ij teritòri davzin al Lagh Magior e al Tesin, an rivand a angrandì ij sò teniment che a sarìo restà parej fin-a al 1859

Pietro Micca

Pero Mica (Pietro Micca an italian) a l'era nassù a Sajan ai 6 ëd mars dël 1677 e a l'é mòrt a Turin ai 30 d'agost dël 1706.
Anrolasse coma soldà-mineur ant l'armada dël Ducà Sabàud, a l'é arcordà përchè con sò eroism a l'ha permettù a la sità'd Turin ëd resiste a l'assedi fransèis dël 1706.
Sota la mira stòrica a son nen tante le neuve ch'i l'oma'd chiel prima'd sò gest coragios.A l'era nàit ant na famija modesta a Sajan (cit pais ant la Val Serv davsin a Andorn, al di d'ancheuj ciamà, an italian, Sagliano Micca) e a esist ancora la sempia ca andoa a l'ha vivù, butà drinta na cort tipica dle ca piemontèise.A Turin ël musé ch'a porta sò nòm e a l'é dedicà a sò gest e a col assedi stòrich as trova a doi pass d'andoa Pero Mica a l'é sacrificasse.
Ant la neuit tra ël 29 e ël 30 d'agost dël 1706, quand Turin già da vàire sman-e a l'era assedià da j Fransèis, un cit grup ëd soldà nemis a son intrà ant un-a dle galarìe sot tèra dla Sitadela, an massand le sentinele che a l'ero 'd vardia e a l'han sërcà 'd s-ciapé un-a dle pòrte ch'a mnavo andrinta la Sitadela. Pero Mica, ciamà da tuti ij sò cambrada "Passepartout", as trovava davzin a cola pòrta ansema a un cambrada e, dasse da ment dël perìcol, a l'ha decidù 'd fé s-ciopé la póer che pròpi an prevëddend na situassion parèj a l'era stàita butà davzin a cola pòrta.
An podend nen dovré na mecia tròp longa përchè parèj a l'avrìa permettù a j soldà fransèis d'intré ant la galarìa prima dlë s-ciòp, a l'ha pijà la decision ëd dovrene un-a pì curta an savend che parèj soe possibilità 'd salvesse a calavo. An col moment ëd tension a l'ha dit a sò cambrada cola famosa frase: "Auss-te ch'it ses pì long ëd na giornà sensa pan" e sensa gnun-a esitassion a l'ha anviscà la póer e, aussase, a l'ha sërcà 'd salvesse an caland giù da la scala che a mnava a la galarìa anferiora. Ël còrp ëd Pero Mica a l'han trovalo a vàire méter ëd distansa da la scala, andoa a l'é stàit anvelenà dai gas sforgà da lë s-ciòp.Coma arcompensa për cost sacrifissi ël duca Vitòrio Medeo II a l'ha dàit a la vidoa 'd Pero Mica, Maria Pasqual Bonino, ch'a l'avìa marià Pero ai 29 d'otóber dël 1704, un vitalissi 'd doi pan al di. La cobia a l'avìa un fieul d'11 mèis.
La posission ëd la scala andoa a-i é staje costa assion d'eroism a l'é savusse mach dël 1958 grassie a jë sfòrs e a le arserche ëd Guido Amoretti.Pero Mica (Pietro Micca an italian) a l'era nassù a Sajan ai 6 ëd mars dël 1677 e a l'é mòrt a Turin ai 30 d'agost dël 1706.
Anrolasse coma soldà-mineur ant l'armada dël Ducà Sabàud, a l'é arcordà përchè con sò eroism a l'ha permettù a la sità'd Turin ëd resiste a l'assedi fransèis dël 1706.
Sota la mira stòrica a son nen tante le neuve ch'i l'oma'd chiel prima'd sò gest coragios.A l'era nàit ant na famija modesta a Sajan (cit pais ant la Val Serv davsin a Andorn, al di d'ancheuj ciamà, an italian, Sagliano Micca) e a esist ancora la sempia ca andoa a l'ha vivù, butà drinta na cort tipica dle ca piemontèise.A Turin ël musé ch'a porta sò nòm e a l'é dedicà a sò gest e a col assedi stòrich as trova a doi pass d'andoa Pero Mica a l'é sacrificasse.
Ant la neuit tra ël 29 e ël 30 d'agost dël 1706, quand Turin già da vàire sman-e a l'era assedià da j Fransèis, un cit grup ëd soldà nemis a son intrà ant un-a dle galarìe sot tèra dla Sitadela, an massand le sentinele che a l'ero 'd vardia e a l'han sërcà 'd s-ciapé un-a dle pòrte ch'a mnavo andrinta la Sitadela. Pero Mica, ciamà da tuti ij sò cambrada "Passepartout", as trovava davzin a cola pòrta ansema a un cambrada e, dasse da ment dël perìcol, a l'ha decidù 'd fé s-ciopé la póer che pròpi an prevëddend na situassion parèj a l'era stàita butà davzin a cola pòrta.
An podend nen dovré na mecia tròp longa përchè parèj a l'avrìa permettù a j soldà fransèis d'intré ant la galarìa prima dlë s-ciòp, a l'ha pijà la decision ëd dovrene un-a pì curta an savend che parèj soe possibilità 'd salvesse a calavo. An col moment ëd tension a l'ha dit a sò cambrada cola famosa frase: "Auss-te ch'it ses pì long ëd na giornà sensa pan" e sensa gnun-a esitassion a l'ha anviscà la póer e, aussase, a l'ha sërcà 'd salvesse an caland giù da la scala che a mnava a la galarìa anferiora. Ël còrp ëd Pero Mica a l'han trovalo a vàire méter ëd distansa da la scala, andoa a l'é stàit anvelenà dai gas sforgà da lë s-ciòp.Coma arcompensa për cost sacrifissi ël duca Vitòrio Medeo II a l'ha dàit a la vidoa 'd Pero Mica, Maria Pasqual Bonino, ch'a l'avìa marià Pero ai 29 d'otóber dël 1704, un vitalissi 'd doi pan al di. La cobia a l'avìa un fieul d'11 mèis.
La posission ëd la scala andoa a-i é staje costa assion d'eroism a l'é savusse mach dël 1958 grassie a jë sfòrs e a le arserche ëd Guido Amoretti.

Gianduja


Gianduia nació como títere por luego transformarse en 1798 en la más importante máscara piamontesa. Se cuenta que vivia en una casita junto a su mujer Giacometta. De simple campesino, con el pasar del tiempo, se volvió un gentilhombre alegre, amante del buen vino y la mesa. Se mueve con elegancia, agitando su característica coleta dirigida hacia arriba, y quiere la broma y los placeres de la vida. Gianduia tiene fineza de cerebro y lengua aguda, son las suyas armas que emplea para poner en burla a sus adversarios. Gianduia es un tipo pacífico y no busca la riña, ni quiere complicarse la vida, pero no renuncia a su sentido de franqueza que hacen parte de su carácter piamontés, gentil pero sincero. Su generosidad de ánimo y el innato sentido de justicia siempre lo han empujado de la parte de los debiles y los oprimidos. Los Turineses que quieren mucho su máscara tradicional, han dado el nombre "gianduiotti" a aquellas exquisitas chocolatinas de la forma alargada que son una de sus más famosas especialidades dulceras. La máscara de Gianduia todavía es hoy muy popular en todo Piamonte, si bien no es muy fácil encontrarla sobre los escenarios de los teatros, ella no falta nunca en los alegres cortejos de las máscaras durante el Carnaval

insalata di carciofi, pomodorini ciliegia e scaglie di parmigiano emulsione di olio extra vergine di oliva sale e pepe


anelli de cebolla


lunes, 10 de noviembre de 2008

la pasta fresca

La pasta se obtiene de harina, huevo y aceite de oliva extra virge.
Todos los ingredientes son amasados impastado a mano por veinte minuto, obtenuda la masa se alcanza a reposar una media ora, e despue se estira en folia, de la folia se cortan los diferente formato de pasta, aqui en la foto miramos i tajarin e le tagliatelle


viernes, 7 de noviembre de 2008

la piola

bienvenidos en la piola piemonteisa